Confesercenti sul “mall” nella centrale: a rischio decine di negozi
PIOMBINO – Il “mall” previsto nel contesto del piano di ristrutturazione della centrale Enel di Tor del Sale fa paura ai commercianti. Lo temono quelli di Piombino, ma lo temono anche quelli di Follonica. In fondo la centrale è a metà strada e, da sempre, le vie della città maremmana sono frequentate da tutta la zona per lo shopping. Dopo un incontro con il sindaco Massimo Giuliani, al quale ha partecipato anche Andrea Benini, primo cittadino di Follonica, la Confesercenti esce allo scoperto e manifesta una forte preoccupazione per il progetto. Prima di tutto perché, nonostante l’incontro in Comune, non lo conoscono ancora nei dettagli e vorrebbero essere più coinvolti. Poi perché, dati alla mano, pensano che l’apertura di decine di negozi di grande attrattiva causi problemi agli esercizi di vicinato dei centri storici. Infine c’è la convinzione che il centro commerciale, che sarà organizzato anche con servizi di ristorazione, finisca per essere l’unica meta dei suoi visitatori, per una “toccata e fuga” finalizzata ai soli acquisti che non porterà alcun vantaggio al territorio. Così con il presidente di Piombino Antonio Baronti, attorno al tavolo ci sono il direttore di Livorno, Alessandro Ciapini, Gianluca Naldoni di Confesercenti Toscana, ma anche Gloria Faragli, direttrice di Confesercenti Grosseto, Massimiliano Mei di Follonica e l’imprenditore turistico Umberto Gavazzi. «Le nostre perplessità sono molte – spiega Baronti -. E, sia chiaro, non siamo contrari alla ristrutturazione della centrale e ad una riqualificazione ambientale dell’area. Solo che qui si corre il rischio che il prezzo di questa operazione la paghino i negozi di vicinato. In questa zona c’è un tessuto economico che, come la fabbrica, ha contribuito alla ricchezza dell’area ed a creare posti di lavoro. E questo tessuto va tutelato». Da poco ha aperto un altro centro commerciale a Livorno e, nel giro di un paio d’anni, aprirà anche Unicoop Tirreno a Grosseto, una struttura da 12500 metri quadrati. «Questa zona rischia di essere sopraffatta dalla grande distribuzione – dice Alessandro Ciapini -. I nostri studi dicono che, dove si apre un outlet, o un mall, nel giro di pochi anni sono decine i negozi dei dintorni che chiudono. Non possiamo rischiare che questo territorio sia stravolto da un progetto di questo genere. Il sindaco Giuliani è convinto che sia anche attrattivo, perché sarà un sito di archeologia industriale e avrà laboratori ambientali, ma noi la pensiamo in modo diverso. E siamo preoccupati». In Toscana ci sono altri esempi di centri commerciali tipo quello che Enel, in accordo con imprenditori privati, intende realizzare a Piombino. Ci sono a Barberino, a Reggello, in Val di Chiana. «Ovunque hanno creato problemi – spiega Gianluca Naldoni -, l’impatto sul territorio circostante è stato devastante. Non portano ricchezza e mettono in ginocchio il tessuto del piccolo commercio. Non credo che questa zona se lo possa permettere. Prima si mettono in difficoltà i centri storici, poi si lavora per recuperarli, c’è qualcosa che non torna». E Naldoni chiede anche un intervento della Regione. «Non ci dimentichiamo che sarà Firenze a dover dare un parere vincolante sul progetto. Dovrà tener conto che l’80-85% del Pil toscano viene da commercio e turismo. E dovrà dare un peso anche alla valutazione dei Comuni vicini. Un progetto come questo va a toccare non solo Piombino». Confesercenti chiede chiarezza anche sui tempi: «Dovranno fare varianti a Piano strutturale e regolamento urbanistico – chiude Gloria Faragli – ma l’impressione è che il progetto sia più avanzato di quanto ci hanno detto. E credo che si pensi anche alle crociere. Fra poco a Piombino inizieranno ad arrivare. Visto che c’è il porticciolo saranno portati qui i turisti. E non andranno nei centri storici. È un altro impoverimento che non ci piace».
Guido Fiorini – Il Tirreno