Sacchetti bio, dietrofront. Dopo l’obbligo scattato a gennaio, che aveva sollevato non poche discussioni, su shopper biodegradabili e compostabili a pagamento, ora arriva un parere del Consiglio di Stato che rimescola le carte: nessun obbligo, il sacchetto si può portare da casa. A condizione che sia «idoneo a preservare la merce».
Il parere dei giudici amministrativi sottolinea che bisogna contemperare le esigenze del consumatore con quelle di tutela della sicurezza ed igiene degli alimenti. E stabilito che «laddove il consumatore non intenda acquistare il sacchetto ultraleggero commercializzato dall’esercizio commerciale per l’acquisto di frutta e verdura sfusa», è corretto che si «possa utilizzare sacchetti autonomamente reperiti solo se comunque idonei a preservare l’integrità della merce e rispondenti alla caratteristiche di legge; «ciascun esercizio commerciale sarà tenuto, secondo le modalità dallo stesso ritenute più appropriate, alla verifica dell’idoneità e della conformità a legge dei sacchetti utilizzati dal consumatore».
Ora serve la circolare del ministero della Salute attesa da quattro mesi che chiarisca gli aspetti ancora controversi della normativa.
Articolo tratto da “Il Tirreno” del 05/04/2018