Il decreto adempimenti (D. Lgs. n. 1/2024) modifica le scadenze per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi anticipandole di due mesi.
Il comma 1 dell’articolo 11 del decreto adempimenti, modificando l’art. 2 del Dpr n. 322/98, introduce una vera e propria revisione dei termini di presentazione dei dichiarativi fiscali:
- i soggetti Irpef presenteranno il modello redditi e il modello Irap entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta;
- i soggetti Ires presenteranno il modello redditi e il modello Irap entro l’ultimo giorno del 9° mese successivo alla chiusura del periodo d’imposta.
Le novità si applicheranno a partire dal periodo d’imposta 2023, di seguito si riporta un quadro di sintesi esplicativo:
Tipologia soggetto | Modello dichiarativo | Scadenza |
Persone fisiche | Mod. Redditi PF | 30/09/2024 |
Snc – sas – studi associati – s.s. | Mod. Redditi SP – Irap | 30/09/2024 |
Srl – enti commerciali/non commerciali | Mod. Redditi SC – Enc – Irap | 30/09/2024* |
*scadenza del 30/09 prevista solo per i soggetti solari
Il comma 2 introduce un regime transitorio per i soggetti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare per i quali il termine di presentazione delle dichiarazioni dei redditi e dell’Irap relative al periodo d’imposta precedente a quello in corso al 31 dicembre 2023 scade successivamente alla data del 2 maggio 2024, stabilendo che si possano ancora applicare i termini di presentazione vigenti anteriormente alla modifica.
In linea generale, anticipare di due mesi le scadenze fiscali è una buona notizia per i contribuenti, ma potrebbe non esserlo per tutti gli addetti al settore che si occupano dei bilanci. Infatti il cambiamento delle date inciderà in maniera pesante sull’attività di predisposizione dei bilanci, di approvazione degli stessi e di versamento delle imposte correlate. Ci sarà da rimboccarsi le maniche pianificando per tempo (con largo anticipo) tutte le attività propedeutiche alla chiusura di bilancio, in modo da non patire eccessivamente la modifica normativa.
Giovanni Fanni – Centro Studi CGN