Il diabete mellito rientra tra le malattie di “alto interesse sociale” e in quanto tale rappresenta una delle patologie per le quali può essere riconosciuta l’invalidità civile. Parlare di “bonus diabete” non è del tutto corretto ma esistono una serie di agevolazioni fiscali e aiuti per chi ha questa patologia.
L’’indennità può essere richiesta dai soggetti:
- affetti da diabete mellito di tipo 1 e 2, con complicanze micro- macroangiopatiche e manifestazioni cliniche di medio grado, corrispondenti ad un’invalidità valutata tra il 41% e il 50%;
- insulino-dipendenti, con un mediocre controllo metabolico e un’iperlipidemia, ovvero con un aumento dei livelli di uno o più grassi nel sangue o con crisi ipoglicemiche frequenti, non trattabili con le normali terapie, corrispondenti a un’invalidità valutata tra il 51% e il 60%;
- che soffrono di complicanze del diabete, come la nefropatia, la retinopatia proliferante e la maculopatia, che vengono valutate invalidanti nella misura tra il 91% e il 100%.
Per accedere ai benefici dell’invalidità civile è necessario fare domanda presso un patronato presentando la seguente docuemtnazione:
- certificato telematico SS4 rilasciato dal proprio medico di famiglia;
- documento d’identità e codice fiscale;
- codice iban;
- stato civile e decorrenza;
- redditi propri e dell’eventuale coniuge.
Dopo la presentazione della domanda d’invalidità civile, un’apposita commissione medica valuterà lo stato del paziente e rilascerà due verbali inerenti il riconoscimento dell’invalidità civile e della 104.
Altre agevolazioni oltre il bonus, per chi soffre di questa patologia invalidante
I malati di diabete hanno anche diritto anche, se lavoratori dipendenti, all’iscrizione alle categorie protette in caso di invalidità superiore al 46%.
Se dipendenti pubblici, possono accedere alla pensione per inabilità alle mansioni o pensione di invalidità, quando la malattia è avanzata al punto tale da non permettere al malato di condurre una vita normale.
Hanno, inoltre, diritto alla pensione anticipata, con limitazione legata a una percentuale di invalidità elevata e ai propri contributi versati, pensione di vecchiaia anticipata a 55 anni e 7 mesi di età per le donne e 60 anni e 7 mesi per gli uomini, solo se con almeno 20 anni di versamenti contributivi e con invalidità pari o maggiore all’80%.
A queste si aggiungono la maggiorazione di due mesi di contributi figurativi, per ogni anno di servizio, se l’invalidità riconosciuta oscilla tra il 74% e l’80%.
In caso di invalidità, per il paziente o i familiari è prevista una detrazione fiscale pari al 19% sulle spese di acquisto o di adattamento di un’automobile, Iva al 4% sull’acquisto dell’auto e esenzione del pagamento del bollo.
Con il riconoscimento della Legge 104/92 art. 3 comma 3, i soggetti invalidi hanno diritto dei permessi mensili, qualora dipendenti, e i loro familiari hanno diritto come assegni, permessi e altri vantaggi.
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